Lasagne al ragù ferraresi

Una specialità della cucina ferrarese

Prezzo: €5.50

Quantità: 1 persona

Deliziose, pastose, un tripudio dei sapori della nostra terra.

Durante il suo lungo governo, Niccolò III d’Este, marchese quattrocentesco di Ferrara si adoperò per tenere il marchesato fuori dalle guerre. In quel periodo, imperversavano contrasti con Venezia, Milano o con il Papato di cui era vassallo fedelissimo.

Per questa sua fedeltà, egli ottenne che nel 1438, Ferrara fosse scelta dal papa Eugenio IV quale sede del Concilio Ecumenico; esso fu indetto per la riconciliazione della Chiesa latina d’Occidente e della Chiesa greca d’Oriente. Un evento eccezionale che portò in città la curia papale e poi addirittura il Concilio ecumenico stesso.

In occasione del Concilio,  vennero ospitati a Ferrara il Patriarca di Costantinopoli Giuseppe II e  Giovanni VIII Paleòlogo, imperatore d’Oriente. La signoria di quest’ultimo (esercitata in collaborazione con i fratelli) era ridotta alla sola capitale di Costantinopoli (Bisanzio) e ai suoi sobborghi. L’imperatore, minacciato dal sultano Ottomano, ormai padrone dell’Anatolia e della Tracia, aveva deciso di chiedere aiuto al Papa, offrendo il suo sostegno per risanare lo scisma che durava dal 1054, fra le due chiese, latina e greco-ortodossa, in previsione di una crociata contro gli Ottomani (Turchi) che avrebbe potuto salvare Costantinopoli.

Lo storico Franco Cardini, in un recente documentatissimo studio, racconta che durante il periodo ferrarese del Concilio, sorsero alcune difficoltà nei rapporti fra papa e imperatore, tra le quali il vitto. Nel tempo natalizio del 1438, l’imperatore espresse il desiderio di mangiare una delle sue pietanze preferite, la moussaka, a base di melanzane. Purtroppo quell’anno, a Ferrara, non erano più disponibili le melanzane, ma il maestro di tavola del marchese, grazie al consiglio di amici ebrei, preparò le “false melanzane”.

Esse erano un impasto di farina e di spinaci lavorati al mortaio, steso a sfoglia e lessato, poi posto a strati alterni con la carne e la “salsa colla” toscana a base di latte. Si aggiunsero brodo di carne, spezie e crema. La crosta fu decorata con una spessa foglia d’oro, così l’imperatore lodò la crosta, ammirò il verde brillante della pasta e dichiarò che gli sembrava più saporita delle melanzane. Era nata la “lasagna di ragù alla ferrarese” che un paio di secoli dopo venne perfezionata grazie alla sostituzione della “salsa colla” con la bianca “salsa besciamella”.
Con l”aggiunta di spinaci nell’impasto, le lasagne di ragù ferraresi assumono il caratteristico color verde, la cui variante ha dato origine alle famose lasagne verdi ferraresi.

Ancora oggi, a Ferrara, per gustare questo piatto sontuoso, si preparano la pasta con farina, uova e spinaci lessati, la besciamella (con burro, farina, latte, grana, sale, pepe, noce moscata) e il ragù di carne, poi, dopo aver steso gli strati, si inforna.

Cappellacci di zucca ferraresi (IGP)

Una specialità della cucina ferrarese

Prezzo: €6.00

Quantità: 1 persona

Se non conoscete i cappellacci alla zucca ferraresi (IGP), dovete provarli.

Tra i più celebri e gustosi esempi di pasta ripiena italiana, i cappellacci alla zucca vantano origini antichissime. Nati nel Rinascimento per deliziare i palati raffinati degli Estensi, all’epoca del Duca Alfonso II d’Este, sono menzionati già nel 1549: ne ne trovano tracce all’interno del ricettario “Banchetti composizione di vivande e apparecchio generale” di Cristoforo da Messisbugo, scalco al servizio dei Duchi d’Este.

I cappellacci alla zucca ferraresi fondono il gusto leggermente dolce e ben equilibrato: costituiti da un impasto alla zucca, pan grattato e noce moscata, con un ragù di carne. Tutta la cucina ferrarese, infatti, trovava ispirazione nella cucina di Messisbugo, il cuoco di corte. Possibilità di avere i cappellacci anche con burro e salvia, se non gradite il leggero contrasto dolce-salato tipico delle specialità ferraresi.

La sfoglia dei cappellacci alla zucca è caratterizzata da un’antica e accurata lavorazione. Essa è ottenuta da una miscela di farina di grano tenero e duro unita alle uova. Il particolare ripieno è ottenuto da polpa di zucca gialla appartenente alla varietà Cucurbita Moschata: tale zucca è comunemente conosciuta come violina per la forma allungata simile a quella dello strumento musicale. Ad essa inoltre si aggiungono formaggio grattugiato sale, pepe e noce moscata. L’antica ricetta prevedeva anche l’impiego di cannella e zenzero, ma la versione moderna predilige solo la noce moscata.

Prodotti all’intero territorio della provincia di Ferrara, i cappellacci di zucca si presentano molto simili a tortellini. Essi sono infatti di forma tondeggiante e ripiegata, però delle dimensioni variabili dai 4 ai 7 cm ma del peso compreso tra i 10 e i 28 g. Il tipico colore giallo della pasta all’uovo diventa invece più intenso in corrispondenza del ripieno, mentre la consistenza perfetta deve risultare particolarmente morbida. I loro gusto è ricco di contrasti, tra il il dolce della zucca ed il salato del formaggio con l’aroma stuzzicante della noce moscata.

Spaghetti alla Carbonara

Una specialità della cucina romana

Prezzo: €5.50

Quantità: 1 persona

Venite a provare i nostri squisiti spaghetti alla Carbonara

Di tutte le ipotesi sulla nascita degli Spaghetti alla Carbonara (ipotesi romana, appenninica o napoletana) quella attualmente più accreditata è quella romana.

Questa ipotesi, ci narra che nel 1944, a Roma, ed esattamente nel Vicolo della Scrofa (una delle stradine più caratteristiche della città ed emblematiche dei sapori e delle tradizioni romane) nascevano gli Spaghetti alla Carbonara;

In una trattoria tipica di questo vicolo, a seguito della liberazione dell’Italia da parte degli Alleati americani, arrivò nel paese anche la cucina d’oltreoceano: essa che faceva largo uso di carni: una di esse è la pancetta, che venne sostituita in seguito con il più saporito e casalingo guanciale.

Alcuni soldati statunitensi, la cui cucina aveva a disposizione grandi quantità di pancetta per la colazione, vennero a contatto con un cuoco romano. Egli creò questo capolavoro tipico della cucina romana: composto da guanciale, uova e formaggio diventò una vera icona della Capitale. Nel tempo, la ricetta si evolvette, ed è diventò famosa fino a quella oggi conosciuta, che tutti apprezziamo ed amiamo. Questa ricetta si diffuse rapidamente non solo nelle cucine romane, ma anche nelle trattorie italiane ed all’estero.

Gli spaghetti alla Carbonara, declinati in innumerevoli versioni, non così diventate così un vero simbolo del patrimonio culinario italiano

Per i loro sapori intensi ed appetitosi, gli spaghetti alla Carbonara sono diventati, al pari della Pasta alla Gricia ed agli Spaghetti all’amatriciana, i nostri simboli più amati nel mondo. E noi, andandone fieri, vi proponiamo i nostri Spaghetti alla Carbonara come pranzo, in una delle vie più belle della città: il tutto perché la cremosità del gusto di questa specialità si fonda con la bellezza di una location storica ferrarese.